L'anoressia nervosa è un disturbo del comportamento alimentare caratterizzato dal rifiuto del cibo da parte della persona e la paura ossessiva di ingrassare. Solitamente chi ha questo tipo di disturbo mantiene il peso corporeo oltre il 15% inferiori rispetto a quello ritenuto normale per sesso età e altezza.

Nelle forme più gravi possono svilupparsi malnutrizione, inedia ed emaciazione.   

Altre alterazioni caratteristiche sul piano fisico e metabolico comprendono: la scomparsa delle mestruazioni (amenorrea), l'aumento della peluria (lanugine diffusa), la riduzione del desiderio sessuale, l'intolleranza al freddo, la comparsa di gonfiori, la pressione bassa e la diminuzione dell'attività della tiroide. 

 

Nei casi gravi di anoressia praticamente ogni organo e apparato soffre a causa degli squilibri imposti dalla denutrizione, ma l'aspetto più preoccupante riguarda l'alterazione del bilancio idroelettrolitico: in particolare, sul fronte della disidratazione e della diminuzione dei livelli di potassio, che può determinare irregolarità del ritmo cardiaco potenzialmente letali (morte improvvisa per aritmie ventricolari).

Inoltre vengono coinvolti anche aspetti di tipo psicologico oltre che neuroendocrino, ormonale e metabolico.

 

Il persistente stato di denutrizione, inoltre, con il tempo altera la capacità dell'intestino di assorbire i nutrienti, innescando un circolo negativo che peggiora il deperimento e che può essere ulteriormente aggravato dalla perdita di proteine attraverso i reni (proteinuria). 

Il ridotto apporto di calcio e vitamina D, associato alle alterazioni ormonali e dell'acidità del sangue, espongono invece a un significativo aumento del rischio di impoverimento osseo e osteoporosi precoce.

I criteri standard raccomandati dai manuali psichiatrici per una corretta diagnosi di anoressia nervosa sono:

  

  1. una magrezza estrema (non costituzionale ma volontaria), con rifiuto di mantenere il peso al di sopra di una soglia minima ritenuta normale;
  2. una forte paura di ingrassare anche in presenza di evidente sottopeso;
  3. una preoccupazione estrema per il peso e l'aspetto fisico, che includa sia un'alterazione del vissuto corporeo, sia un'importanza eccessiva data al peso a scapito dell'autostima; o ancora il rifiuto di ammettere la gravità delle proprie condizioni fisiologiche; il non essere soddisfatti del proprio corpo (costituisce il fattore di rischio più elevato);
  4. nei pazienti di sesso femminile, un'amenorrea (sospensione del ciclo mestruale) da almeno tre cicli consecutivi dopo il menarca.

 

È possibile individuare due sottotipi di anoressia nervosa, restrittivo, senza condotte di eliminazione e quelle con condotte di eliminazione successive alle abbuffate attraverso il vomito autoindotto, l'uso di lassativi e diuretici o dalla pratica di un'attività fisica molto intensa per smaltire le calorie introdotte.

 

Un aspetto importante da sottolineare è che i soggetti affetti da anoressia nervosa, non hanno affatto mancanza di appetito. Al contrario, i pazienti continuano a percepire lo stimolo della fame e devono mettere in atto sforzi estremi per tenere sotto controllo la loro fame in quanto sono ossessionati dall’idea di essere o diventare grassi. 

 

Nella maggioranza dei casi l'anoressia insorge nell'adolescenza, ma il disturbo può presentarsi anche più precocemente (già nell'infanzia) oppure dopo i 40 anni. 

A esserne interessate sono soprattutto ragazze e giovani donne, ma negli ultimi anni, la diffusione della malattia è in aumento anche tra i ragazzi (rapporto maschi : femmine = 1 : 10). 

 

Molti pazienti affetti da anoressia sono intelligenti, ordinati, precisi al limite del perfezionismo, tendenzialmente compulsivi e con il bisogno di avere sempre il pieno controllo su se stessi e su ciò che li circonda; chiedono molto a loro stessi, ponendosi modelli di carriera e di successo molto elevati; sono spesso insoddisfatti delle proprie prestazioni e, in genere, presentano una bassa autostima. 

 

Dr. Tarroni, Psicoterapia Breve Strategica - Psicologo Bologna